«È la prima volta che mi capita di essere apostrofato con la parola ebreo adoperata come un
insulto».
A sera, Gad Lerner è ancora colpito da quanto successo a Prato.
Quando l’hanno offesa?
«Li ho incrociati prima di andare nella piazza della manifestazione di sinistra. Prima un anziano mi
ha gridato “ebreo vattene in Palestina”. Io l’ho ignorato. Poi anche un tipo più giovane mi ha
ripetuto “ebreo” urlando mentre mi allontanavo. Sono tornato indietro e gli ho detto “certo che sono
ebreo”».
Come si è sentito?
«Sono rimasto impietrito Non avrei mai creduto che nel 2019 in Italia si potesse usare in una
pubblica piazza la parola ebreo come un insulto. A questo siamo ridotti».
L’Italia sta diventando più razzista?
«Certo. Pur avendo chiaro che oggi le vittime principali non sono gli ebrei ma i neri, i rom e i
musulmani, vedo che è tornata una chiave di interpretazione tipica del razzismo. E cioè quella
dell’ebreo come burattinaio, anche dell’immigrazione. Devono dimostrare che esiste un piano
delirante di sostituzione etnica, con il trapianto di popolazioni e dicono che a muoverlo sono
finanzieri ebrei. Sui social ricevo offese come non mi era mai capitato. Torna l’argomento
cospirazionista. Mi danno di burattinaio ricco ebreo, giudeo bolscevico, servo di Soros».
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intervista a Gad Lerner a cura di Michele Bocci in “la Repubblica” del 24 marzo 2019
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