domenica 3 marzo 2019

Sondaggio diffuso alla viglia della Giornata internazionale contro le discriminazioni da Save the Children

Il 61% degli studenti intervistati – emerge dal sondaggio realizzato da SottoSopra con il sostegno dell’Invalsi - ha subìto direttamente situazioni di discriminazione dai propri coetanei. Tra questi, il 19% ha dichiarato di essere stato emarginato ed escluso dal gruppo, mentre il 17% è stato vittima di brutte voci messe in giro sul proprio conto, il 16% deriso e 1 su 10 ha subito furti, minacce o pestaggi. Tra chi ha subito discriminazioni, il 32% ha scelto di rivolgersi ai genitori, un altro 32% ha preferito parlarne agli amici, mentre un significativo 31% non si è rivolto a nessuno. Da sottolineare come solo 1 intervistato su 20 abbia scelto di rivolgersi agli insegnanti: un dato che assume ancor più peso se pensiamo che proprio la scuola si configura, secondo i risultati dell’indagine, come il luogo principale (45% dei casi) dove gli studenti assistono a discriminazioni nei confronti dei loro compagni di pari età, seguita dal contesto della strada (30%) e dai social (21%).
A giocare un ruolo decisivo nelle discriminazioni che i giovani subiscono – sostengono gli intervistati nelle loro risposte – sono soprattutto le etichette e gli stereotipi che ad essi vengono affibbiati. Tra gli studenti che hanno dichiarato di essere stati testimoni di un comportamento discriminatorio verso un loro coetaneo – quasi il 90% degli intervistati - il 16% ha detto che la vittima era tale perché omosessuale o giudicata grassa, in più di 1 caso su 10 perché di genere femminile, mentre nel 9% dei casi si è trattato di una discriminazione dovuta al colore della pelle, nell’8,5% a una condizione di povertà economica e nel 7% perché la vittima era disabile.
I ragazzi intervistati hanno anche stilato una scala precisa di quelle che, per loro, sono le categorie di persone che nella loro vita rischiano maggiormente di essere discriminate per via dell’etichetta che viene loro associata, relativamente all’orientamento sessuale, all’aspetto fisico, alla disabilità, alla religione o alla provenienza. In cima, nello specifico, tra coloro che corrono il rischio di subire comportamenti discriminatori, per l’88% degli studenti, sono le persone omosessuali, seguite da persone di origine rom e persone grasse (entrambi all’85%), persone di colore (82%), di religione islamica (76%), poveri (71%), persone con disabilità (67%), arabi (67%), asiatici ed ebrei (53% per entrambi).
Dall’indagine, infine, emerge come sia complesso combattere gli stereotipi proprio perché sono difficili da stanare e perché, alle volte, si tende a giustificare o sminuire le proprie azioni o quelle commesse da altri. Quasi il 13% dei ragazzi intervistati, infatti, ha risposto che “picchiare i compagni di classe odiosi significa solo dargli una lezione”, quasi 1 su 5 pensa che “ai ragazzi non importa essere presi in giro perché è un segno di interesse” mentre quasi 1 su 3 ritiene “giusto maltrattare qualcuno che si è comportato come un verme”. 

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi

Archivio blog