«Il tempo che viviamo è segnato da una dittatura dell’effimero, da un eterno presente in cui tutto
accade senza lasciare traccia. Conta l’emozione, il clamore, la polemica del momento, ma poi tutto
finisce lì, soppiantato da altre emozioni, clamori, polemiche. Calato il polverone dell’emergenza, il
passaggio che si offre ai nostri occhi è sempre lo stesso, solo più desolante e trascurato. I tempi
sono bui e le prospettive ancor più fosche. Ma non abbandoniamo la speranza, a patto che non sia
generica e di maniera».
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