venerdì 8 marzo 2019

8 MARZO...INVISIBILITÀ DELLA DONNA NELLA CHIESA

 L'odierno contesto culturale è mutato in profondità: è emerso il SOGGETTO FEMMINILE ed è esplosa la CRISI DELL'IDENTITA' MASCHILE”. E' in crisi lo sguardo maschile sulle donne. Il potere sociale, simbolico del clero si è incrinato perchè è venuto a mancare il privilegio, il controllo, l'autorità. Il DISAGIO MASCHILE è evidente. Il ruolo del prete e la legge del celibato vanno inseriti nella più ampia questione della RIFORMA DELLA CHIESA, che significa dare una FORMA NUOVA a strutture che sono mutabili e nel ripensare i ministeri e la distribuzione del potere, dare forma ad una CHIESA INCLUSIVA: un NOI chiesa, fatta di donne e di uomini. E' necessario pertanto, ripensare in profondità al nostro patrimonio tradizionale che ha portato alla legge del celibato e:
RIPENSARE ALLA VISIONE ANTROPOLOGICA: il femminile è cosa buona? Riconosco la donna come persona degna e compagna di cammino?
RIPENSARE LA REALTA' MATRIMONIALE: è cosa buona? Il sesso è buono?
RIPENSARE I MINISTERI IN UNA CHIESA RIFORMATA: il clero è a servizio nella molteplicità degli stati di vita?
RIPENSARE ALL'ESSERE MASCHI E FEMMINE, in una Chiesa inclusiva educando ai sentimenti.
  La sfida riguarda soprattutto il clero chiamato oggi a riflettere su di sé e sul proprio essere maschi; a pensare in forme nuove i concetti di limite, differenza, parzialità ponendo al centro la “Relazione” come dimensione costitutiva del soggetto.
Il clero deve riflettere: su di sé, sui propri sentimenti, sulla incapacità di esprimere affetti, sulle dinamiche della violenza e del sopruso, sulla propria fragilità.
   Il prete si è sempre sentito “al centro” della scena per dirigere, coordinare, guidare, amministrare, governare, controllare e sentirsi importante, riconosciuto, riverito, ossequiato. Ora deve saper uscire dal “centro” per mettersi in “cerchio” come dice con una bella espressione BEPPE PAVAN, (sensibilità maschili), per occupare lo spazio alla pari con gli altri. Deve cioè imparare a cambiare il modo di stare al mondo e stare nelle relazioni in modo rispettoso.
Il nuovo posizionamento dell'uomo (prete) deve partire dal riconoscere la soggettività femminile, e assumendo uno sguardo parziale sul mondo, uscire dalla solitudine vulnerabile del dominio iscritto nel proprio corpo e nei propri desideri.
   Deve uscire dal mito del soggetto auto-fondato che si afferma emancipandosi dai vincoli della relazione o dal proprio corpo e riconoscere la radice relazionale del soggetto.
   Deve infine rifiutare le relazioni asimmetriche (dove la donna è al servizio) e riconoscere le donne e accettarle come compagne di vita e di fede. Questo cammino è indispensabile per ripensare in profondità la legge del celibato e il ruolo della donna nella vita della Chiesa. 
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Da una riflessione di Adriana Valerio (Laureata in Filosofia (Napoli 1975) e in Teologia (Napoli 1982); ha conseguito la Licenza a Fribourg in Svizzera, è docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese, presso il Dipartimento di Studi umanistici dell'Università  degli Studi di Napoli “Federico II”)

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