venerdì 25 gennaio 2019

CRESCE ANCHE IN ITALIA L'ANTISEMITISMO

In crescita considerevole la percezione dell’antisemitismo in Italia. È quanto emerge dalla sesta indagine sulla Memoria condotta dall’istituto di ricerca SWG. Un rapporto che permette, nell’arco di tempo monitorato, di cogliere alcuni segnali importanti. Il 49% del campione, il dato più alto del sessennio, ritiene infatti significativa la minaccia antiebraica. Alla domanda “Secondo lei oggi in Italia esiste ancora molto, abbastanza, poco o per niente un sentimento antisemita?” l’11% per cento dei rispondenti ha scelto l’opzione “molto”, il 38% “abbastanza”. Nel 2018, chi riteneva questa minaccia particolarmente intensa era appena il 5% degli intervistati. Un dato non dissimile dalle rilevazioni precedenti. Questa opzione era stata infatti scelta dal 7% sia nel 2014 che nel 2015, dal 4% nel 2016, dal 6% nel 2017. Per la prima volta si va quindi in doppia cifra.
L’invito di Riccardo Grassi, direttore di ricerca SWG, è a leggere questo numero in relazione al rafforzamento di una percezione del Giorno della Memoria che emerge dall’indagine: non più un appuntamento soltanto giusto o necessario, ma “necessario” per un numero sempre più rilevante di italiani. La domanda “Secondo lei, ricordare il genocidio degli ebrei e delle altre vittime del nazismo attraverso il Giorno della Memoria è?” è stata infatti completata con l’aggettivo “necessario” dal 36% dei rispondenti (erano 32% nel 2018, appena 26% nel 2017). Cala il dato di chi ritiene “retorico” l’appuntamento (dal 13 al 12%). Stabile invece il numero di chi lo definisce “inutile” (8%).
Tra i diversi spunti di questa indagine spicca un confronto tra la conoscenza “spontanea” e quella invece “sollecitata”. “Lei sa quale commemorazione ricorre il 27 gennaio?”, viene chiesto. Risponde affermativamente il 50,4% degli intervistati (nel 2018 era il 54,3%). “Tra quelle indicate qual è la commemorazione che ricorre il 27 gennaio?”, il secondo interrogativo formulato con tre possibili opzioni: a) è il Giorno della Memoria; b) si ricorda la Shoah/l’Olocausto; c) non sa/non ricorda. Il 52,8% sceglie la prima ipotesi (nel 2018 era il 54,5%), mentre il 23,5% per cento propende la seconda (nel 2018 era il 24,2%). Aumenta invece il numero di chi sa o non ricorda: il 23,8%, rispetto al 21,4% del 2018.
Per quanto riguarda l’utilità del Giorno della Memoria, secondo l’87% di coloro che hanno scelto una delle prime due opzioni “aiuta a mantenere viva l’attenzione su queste problematiche”. Un dato in forte aumento rispetto al 2018: +7%. Non “serve più a nulla” per il 21% degli intervistati (erano il 20% dodici mesi fa).
Per quanto riguarda la partecipazione all’iniziativa, alla domanda se gli italiani si sentano “molto, abbastanza, poco o per nulla coinvolti” la risposta prevalente è “poco, per niente” con il 59%, seguita da “abbastanza” con il 34% e “molto” con il 7%. Dei rispondenti si sente “molto” coinvolto il 19%, “abbastanza” il 42% e poco/per nulla il 40%.
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Estratto da "moked.it"

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