venerdì 20 ottobre 2017

16 OTTOBRE 1943...NON CANCELLIAMO GLI INSEGNAMENTI DELLA NOSTRA STORIA!

E’ stata inaugurata, in occasione delle celebrazioni del 16 ottobre 1943, data del rastrellamento degli ebrei romani, la mostra alla Fondazione Museo della Shoah di Roma “1938 – La storia” dedicata alle leggi razziali, promulgate il 17 novembre del 1938.
Si affronta uno dei periodi più bui della storia italiana, in cui sono stati violentemente calpestati i diritti di una parte dei cittadini.
C'è il filmato in versione integrale del discorso razzista di Mussolini, che fece nel settembre del ’38 a Trieste e che fu l’anticamera delle leggi razziali. Il video consiste in 34 minuti di odio antisemita: un filmato rimasto nascosto troppo tempo dove Mussolini dice che gli ebrei rappresentano “un nemico irriconciliabile con il fascismo” e rivendica il fatto che si tratti di una decisione autonoma, che non dipende dall’alleanza con la Germania. Ma con le leggi razziali gli ebrei furono definitivamente esclusi dalla vita pubblica. Qualcuno ha affermato che fu una campagna all’acqua di rose : i documenti esposti dimostrano quanto la normazione delle oltre 90 disposizioni antiebraiche fu capillare. Questo temporale tragico si abbatté soprattutto sul sistema scolastico: gli ebrei furono espulsi da ogni ambito, radiati completamente dal mondo accademico. Il mondo fu diviso in due: da una parte gli “ariani” dall’altra gli ebrei. E i decreti antiebraici toccarono tutti gli aspetti della vita sociale, anche lo sport.
La risposta della maggior parte degli italiani alle leggi razziali fu l’indifferenza. In generale non ci fu né empatia né solidarietà verso il vicino di casa: approvarono, si adeguarono all’antisemitismo. L’epilogo fu la deportazione nei campi di sterminio da cui solo poche persone si salvarono.
Questo è il significato storico di questa mostra: dobbiamo concentrarci su come evitare il ritorno di esperienze analoghe a 80 anni dalle leggi razziali, cercando di comprendere con quanta facilità e superficialità si arrivò alla più grande tragedia italiana.

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