E’ stata inaugurata, in occasione delle celebrazioni del 16 ottobre
1943, data del rastrellamento degli ebrei romani, la mostra alla
Fondazione Museo della Shoah di Roma “1938 – La storia” dedicata alle
leggi razziali, promulgate il 17 novembre del 1938.
Si affronta uno dei periodi più bui della storia italiana, in cui sono
stati violentemente calpestati i diritti di una parte dei cittadini.
C'è il filmato in versione integrale del discorso razzista di Mussolini, che
fece nel settembre del ’38 a Trieste e che fu l’anticamera delle leggi
razziali. Il video consiste in 34 minuti di odio antisemita: un filmato rimasto nascosto troppo tempo dove Mussolini dice che gli ebrei rappresentano “un
nemico irriconciliabile con il fascismo” e rivendica il fatto che si
tratti di una decisione autonoma, che non dipende dall’alleanza con la
Germania. Ma con le leggi razziali gli ebrei furono definitivamente esclusi dalla
vita pubblica. Qualcuno ha affermato che fu una campagna all’acqua di rose : i documenti esposti dimostrano quanto la normazione delle
oltre 90 disposizioni antiebraiche fu capillare.
Questo temporale tragico si abbatté soprattutto sul sistema scolastico:
gli ebrei furono espulsi da ogni ambito, radiati completamente
dal mondo accademico. Il mondo fu diviso in due: da una parte gli “ariani” dall’altra gli
ebrei. E i decreti antiebraici toccarono tutti gli aspetti della vita
sociale, anche lo sport.
La risposta della maggior parte degli italiani alle leggi razziali fu
l’indifferenza. In generale non ci fu né empatia né solidarietà verso il
vicino di casa: approvarono, si adeguarono all’antisemitismo.
L’epilogo fu la deportazione nei campi di sterminio da cui solo poche
persone si salvarono.
Questo è il significato storico di questa mostra: dobbiamo concentrarci su come evitare
il ritorno di esperienze analoghe a 80 anni
dalle leggi razziali, cercando di comprendere con quanta facilità e superficialità si arrivò alla più grande
tragedia italiana.
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