martedì 31 ottobre 2017
lunedì 30 ottobre 2017
BRUTTE NOTIZIE DALLA MIA PROVINCIA
Il 2016 è stato un anno “nero” sulle strade del Lodigiano. Le vittime di incidenti stradali (17) sono infatti quasi raddoppiate rispetto all’anno precedente (erano 9). Basti pensare che negli anni 2015 e 2014 furono rispettivamente 4 e 3. Diminuiscono invece sia il numero degli incidenti (500, meno 11,5 per cento) e dei feriti (763, meno 12,4 per cento).
Sono i dati diffusi ieri dall’Istat, nel “Focus” sugli incidenti stradali avvenuti in Lombardia nel 2016. E proprio quello Lodigiano è il dato peggiore dell’intera regione, almeno per quanto riguarda le vittime: quel più 88,9 per cento, da 9 a 17, pesa infatti come un macigno.
«Non ci sono cause particolari per questo aumento delle vittime della strada - cerca di analizzare la situazione la comandante della polizia stradale di Lodi Patrizia Villano -. In generale però emerge che la distrazione alla guida, per l’uso per esempio di smartphone e tablet, è un elemento che causa sempre più incidenti».
Tornando ai dati Istat, la provincia di Lodi è “maglia nera” in Lombardia. Solo altre tre province infatti hanno il segno più sul numero di vittime della strada, ovvero Bergamo (da 49 a 60, +22,5 per cento), Mantova (+5,9) e Lecco (+30,8). Il dato regionale invece è di un calo complessivo del 9,2 per cento, mentre feriti e incidenti sono rimasti pressoché invariati.
domenica 22 ottobre 2017
LA PEGGIOR GUERRA CHE ABBIA COLPITO L'UMANITA' E CHE NESSUNO VUOLE FERMARE:L'INQUINAMENTO!
L'inquinamento ha ucciso nove milioni di persone nel 2015, o per
meglio dire, 9 milioni di morti sono collegate direttamente
all'inquinamento. Ma come è possibile? La risposta arriva da uno studio
pubblicato su The Lancet.
Inquinamento atmosferico. L'inquinamento atmosferico, che include smog, particolato nell'aria e combustibili fossili, è da considerarsi responsabile della morte di 6,5 milioni di persone ogni anno: la cause dei decessi variano per lo più da malattie cardiovascolari a malattie respiratorie.
Inquinamento idrico. Grave è anche la situazione legata all'inquinamento idrico per a causa di infezioni gastrointestinali, parassiti, diarrea uccide 1,8 milioni di persone.
Inquinamento sul lavoro. Dati allarmanti arrivano anche in relazione all'inquinamento legato all'ambiente di lavoro, tossine e sostanze chimich, in questo caso parliamo di 0,8 milinoi di morti soprattutto per tumori.
Killer silenzioso. L'inquinamento è da considerarsi un killer silenzios poiché fa parte delle nostre vite e ci uccide senza neanche darci la possibilità di accorgercene. Una persona su sei ogni anno nel mondo muore proprio per cause legate all'inquinamento: malattie cardivascolare e respiratore, infezioni e tumori.
Morti al Sud. Le vittime si concentrano soprattutto nel Sud del mondo: in India i morti all'anno sono 2,5 milioni di morti mentre in Cina sono 1,8 milioni. Come è possibile? La causa secondo gli esperti è la recente e rapide industrializzazione. Le forme di inquinamento legate proprio allo sviluppo industriale, quindi parliamo di inquinamento atmosferico ambientale (ozono), inquinamento chimico e del suono ad oggi oggi più vittime rispetto al passato: si è passati da 4,3 milioni di decessi nel 1990 a 5,5 milioni nel 2015.
Minaccia per l'umanità. “L'inquinamento è molto di più che un problema ambientale, è una minaccia profonda e pervasiva che affligge molti aspetti della salute umana e del benessere. Merita attenzione da parte dei leader di tutto il mondo, della società civile, dei professionisti della salute, delle persone” spiegano gli esperti.
Inquinamento atmosferico. L'inquinamento atmosferico, che include smog, particolato nell'aria e combustibili fossili, è da considerarsi responsabile della morte di 6,5 milioni di persone ogni anno: la cause dei decessi variano per lo più da malattie cardiovascolari a malattie respiratorie.
Inquinamento idrico. Grave è anche la situazione legata all'inquinamento idrico per a causa di infezioni gastrointestinali, parassiti, diarrea uccide 1,8 milioni di persone.
Inquinamento sul lavoro. Dati allarmanti arrivano anche in relazione all'inquinamento legato all'ambiente di lavoro, tossine e sostanze chimich, in questo caso parliamo di 0,8 milinoi di morti soprattutto per tumori.
Killer silenzioso. L'inquinamento è da considerarsi un killer silenzios poiché fa parte delle nostre vite e ci uccide senza neanche darci la possibilità di accorgercene. Una persona su sei ogni anno nel mondo muore proprio per cause legate all'inquinamento: malattie cardivascolare e respiratore, infezioni e tumori.
Morti al Sud. Le vittime si concentrano soprattutto nel Sud del mondo: in India i morti all'anno sono 2,5 milioni di morti mentre in Cina sono 1,8 milioni. Come è possibile? La causa secondo gli esperti è la recente e rapide industrializzazione. Le forme di inquinamento legate proprio allo sviluppo industriale, quindi parliamo di inquinamento atmosferico ambientale (ozono), inquinamento chimico e del suono ad oggi oggi più vittime rispetto al passato: si è passati da 4,3 milioni di decessi nel 1990 a 5,5 milioni nel 2015.
Minaccia per l'umanità. “L'inquinamento è molto di più che un problema ambientale, è una minaccia profonda e pervasiva che affligge molti aspetti della salute umana e del benessere. Merita attenzione da parte dei leader di tutto il mondo, della società civile, dei professionisti della salute, delle persone” spiegano gli esperti.
venerdì 20 ottobre 2017
16 OTTOBRE 1943...NON CANCELLIAMO GLI INSEGNAMENTI DELLA NOSTRA STORIA!
E’ stata inaugurata, in occasione delle celebrazioni del 16 ottobre
1943, data del rastrellamento degli ebrei romani, la mostra alla
Fondazione Museo della Shoah di Roma “1938 – La storia” dedicata alle
leggi razziali, promulgate il 17 novembre del 1938.
Si affronta uno dei periodi più bui della storia italiana, in cui sono stati violentemente calpestati i diritti di una parte dei cittadini.
C'è il filmato in versione integrale del discorso razzista di Mussolini, che fece nel settembre del ’38 a Trieste e che fu l’anticamera delle leggi razziali. Il video consiste in 34 minuti di odio antisemita: un filmato rimasto nascosto troppo tempo dove Mussolini dice che gli ebrei rappresentano “un nemico irriconciliabile con il fascismo” e rivendica il fatto che si tratti di una decisione autonoma, che non dipende dall’alleanza con la Germania. Ma con le leggi razziali gli ebrei furono definitivamente esclusi dalla vita pubblica. Qualcuno ha affermato che fu una campagna all’acqua di rose : i documenti esposti dimostrano quanto la normazione delle oltre 90 disposizioni antiebraiche fu capillare. Questo temporale tragico si abbatté soprattutto sul sistema scolastico: gli ebrei furono espulsi da ogni ambito, radiati completamente dal mondo accademico. Il mondo fu diviso in due: da una parte gli “ariani” dall’altra gli ebrei. E i decreti antiebraici toccarono tutti gli aspetti della vita sociale, anche lo sport.
La risposta della maggior parte degli italiani alle leggi razziali fu l’indifferenza. In generale non ci fu né empatia né solidarietà verso il vicino di casa: approvarono, si adeguarono all’antisemitismo. L’epilogo fu la deportazione nei campi di sterminio da cui solo poche persone si salvarono.
Questo è il significato storico di questa mostra: dobbiamo concentrarci su come evitare il ritorno di esperienze analoghe a 80 anni dalle leggi razziali, cercando di comprendere con quanta facilità e superficialità si arrivò alla più grande tragedia italiana.
Si affronta uno dei periodi più bui della storia italiana, in cui sono stati violentemente calpestati i diritti di una parte dei cittadini.
C'è il filmato in versione integrale del discorso razzista di Mussolini, che fece nel settembre del ’38 a Trieste e che fu l’anticamera delle leggi razziali. Il video consiste in 34 minuti di odio antisemita: un filmato rimasto nascosto troppo tempo dove Mussolini dice che gli ebrei rappresentano “un nemico irriconciliabile con il fascismo” e rivendica il fatto che si tratti di una decisione autonoma, che non dipende dall’alleanza con la Germania. Ma con le leggi razziali gli ebrei furono definitivamente esclusi dalla vita pubblica. Qualcuno ha affermato che fu una campagna all’acqua di rose : i documenti esposti dimostrano quanto la normazione delle oltre 90 disposizioni antiebraiche fu capillare. Questo temporale tragico si abbatté soprattutto sul sistema scolastico: gli ebrei furono espulsi da ogni ambito, radiati completamente dal mondo accademico. Il mondo fu diviso in due: da una parte gli “ariani” dall’altra gli ebrei. E i decreti antiebraici toccarono tutti gli aspetti della vita sociale, anche lo sport.
La risposta della maggior parte degli italiani alle leggi razziali fu l’indifferenza. In generale non ci fu né empatia né solidarietà verso il vicino di casa: approvarono, si adeguarono all’antisemitismo. L’epilogo fu la deportazione nei campi di sterminio da cui solo poche persone si salvarono.
Questo è il significato storico di questa mostra: dobbiamo concentrarci su come evitare il ritorno di esperienze analoghe a 80 anni dalle leggi razziali, cercando di comprendere con quanta facilità e superficialità si arrivò alla più grande tragedia italiana.
mercoledì 18 ottobre 2017
BERGOGLIO:UN PAPA "VERDE" PER SALVAGUADARE L'UOMO
Di fronte alla superficialità con cui spesso vengono affrontati i
nodi cruciali del nostro tempo, il Papa ha ristabilito la realtà di
cause ed effetti, ha invitato a non nascondersi di fronte alle radici
dei problemi, come il cambiamento climatico e le guerre, ma ad affrontarli con decisione. Il Papa ha, inoltre, sottolineato il legame inscindibile tra problemi ambientali, problemi sociali e problemi economici: un legame che spesso viene ignorato dalla politica e nascosto all’opinione pubblica.
In un mondo che altera e distrugge gli ecosistemi che sostengono la vita, mentre occorre cambiare decisamente strada e coniugare la prosperità con il rispetto della natura e dell’ambiente, il nodo della distribuzione equa delle risorse naturali è condizione indispensabile. In questo quadro occorre, da subito, ridurre drasticamente le emissioni climalteranti e applicare l’Accordo di Parigi per rimanere entro 1.5°C di riscaldamento globale
e scongiurare impatti catastrofici. Nel contempo, occorre uno sforzo
straordinario per affrontare gli impatti dell’aumento delle temperature
già in atto, incluse le migrazioni interne e tra gli Stati: negarli o
ignorarli porterebbe solo ad aggravarli.
lunedì 16 ottobre 2017
venerdì 13 ottobre 2017
LA BUONA NOVELLA CORRE SUI SOCIAL!
Papa Francesco si conferma tra le personalità più popolari sui social.
Il suo account Twitter in 9 lingue @Pontifex ha superato i 40 milioni di
follower: un risultato – ricorda la Segreteria vaticana per la
Comunicazione – raggiunto a poche settimane dal quinto anniversario
dell’apertura dell’account papale, avvenuta il 12 dicembre del 2012 per
volontà di Benedetto XVI : visibilità, populismo o nuova via per il messaggio evangelico?
mercoledì 11 ottobre 2017
JONATHAN SAFRAN FOER
<<Questo è amore, pensava lei, sì o no? Quando
noti l'assenza di qualcuno più di ogni altra cosa. Ancor più di quanto
ami la tua presenza.>>
lunedì 9 ottobre 2017
IUS SOLI:PIU' SI LITIGA E PIU' CRESCE LA PAURA DELL'IMMIGRATO
E' proprio vero:quando le situazioni si complicano o si allungano o si posizionano nel limbo delle decisioni mai prese, o si deve ripartire daccapo o ci si deve completamente dimenticare, perché ciò che prima sembrava già fatto, oggi, a distanza di troppo tempo, è diventato inutile o gli oppositori hanno sopravvanzato i favorevoli. "Non fare domani ciò che puoi fare oggi", recitavano i nostri nonni:saggezza popolare sempre attuale! E così sta accadendo per l'approvazione dello 'Ius Soli'.
Ecco cosa ha rilevato il sondaggista Renato Mannheimer intervistato a proposito di questa situazione.
Ecco cosa ha rilevato il sondaggista Renato Mannheimer intervistato a proposito di questa situazione.
Mannheimer, nonostante
Gentiloni avesse dichiarata chiusa la discussione sullo ius soli, molti
parlamentari non demordono. E' un tentativo di metterlo in difficoltà?
Si direbbe di sì, anche perché
una legge sullo ius soli se votata oggi non avrebbe grandi possibilità
di passare. Dunque quanto sta accadendo, anche lo sciopero della fame di
Delrio e altri, potrebbe essere visto come uno scontro interno politico
più che un sincero interesse per l'approvazione di questa legge.
E i cittadini che dicono invece?
L'opinione pubblica è nettamente
divisa. Fino a qualche tempo fa era favorevole allo ius soli, adesso
secondo le ultime stime siamo al 50 e 50 tra favorevoli e contrari,
quando solo un anno fa i favorevoli erano il 70 per cento. E la discesa
non si è fermata, i contrari continuano ad aumentare.
Perché secondo lei? Quali le cause principali di questo cambiamento di opinione?
L'atteggiamento maggioritario
degli italiani per tutto quello che riguarda l'immigrazione è quello del
rifiuto. I motivi sono diversi, ad esempio il lavoro, e la paura, visto
quanto la crisi ha colpito duramente il paese, di vederselo portare
via. Il motivo principale è però la sicurezza: la maggior parte dei
cittadini, che sia un motivo giustificato o meno, hanno paura degli
immigrati.
mercoledì 4 ottobre 2017
FESTA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI
Oggi, in queste settimane, tra violenti contrasti politici, pericoli di guerra in Estremo Oriente, che senso ha il messaggio mite di Francesco?
Il messaggio di Francesco d’Assisi, in efetti, è un concentrato di mitezza evangelica: agli occhi del mondo esso può apparire debole e stolto. In realtà si rivela forte, sapiente e straordinariamente vitale, capace di rinnovare il cuore di ogni uomo. La sua testimonianza trova il suo fondamento nel Vangelo accolto e vissuto nella sua interezza e nella sua semplicità, senza doppiezze, e nel portare ogni giorno la croce del Signore Gesù, “stoltezza e debolezza” per il mondo.

L’esempio di Francesco sfida i secoli e la storia! Dopo 800 anni continua ad illuminare le coscienze, invitando tutti gli uomini a partire da sé stessi e dalle proprie scelte quotidiane, nell’arduo compito di migliorare il mondo. Egli ci esorta a non pretendere che siano i grandi della terra, i politici, gli amministratori, i governanti, il datore di lavoro… a iniziare questo percorso di autenticità. Ci chiama, invece, a seconda delle nostre possibilità, del nostro stato di vita, dei nostri doni di grazia e di natura, a rimboccarci le maniche per cercare di dare, all’ambiente in cui viviamo, un volto più umano e insieme “divino”.
“Se molta gente di poco conto, in molti luoghi di poco conto,facesse cose di poco conto, la faccia della terra potrebbe cambiare”, diceva Folleraul.
La mitezza di Francesco, tuttavia, non è pura filantropia, ma frutto buono di una relazione con il Signore Gesù amato e desiderato sopra ogni cosa, quale sommo bene, tutto il bene, ogni bene:
<<Nessun frate faccia del male o dica del male a un altro anzi per carità di spirito volentieri si servano e si obbediscano vicendevolmente. O frati tutti, riflettiamo attentamente che il Signore dice: “Amate i vostri nemici e fate del bene a quelli che vi odiano”, poiché il Signore nostro Gesù Cristo, di cui dobbiamo seguire le orme, chiamò amico il suo traditore e si offrì spontaneamente ai suoi crocifissori. Sono, dunque, nostri amici tutti coloro che ingiustamente ci infliggono tribolazioni e angustie, ignominie e ingiurie, dolori e sofferenze, martirio e morte, e li dobbiamo amare molto poiché, a motivo di ciò che essi ci infliggono, abbiamo la vita eterna>>.
Nel suo Testamento, il santo invita i suoi frati ad andare per il mondo augurando a tutti la pace, bene messianico per eccellenza. Il saluto: “Il Signore ti dia la pace!”, che egli rivolge a quanti incontra, risuona anche oggi, ovunque, nei villaggi, come nelle città, sulle piazze e nelle campagne, sulla bocca dei suoi figli. Con queste parole egli auspica per ogni fratello ed ogni sorella, un’apertura del cuore sempre maggiore al dono della pace che discende dall’alto e che nemmeno le contrarietà della vita possono rubare.
Questo è il messaggio sempre attuale di Francesco che nemmeno la polvere della storia può confondere o cancellare. Non ci resta che tentare di sperimentarlo, per verificarne la verità e l’attualità. Buon cammino.
<<Nessun frate faccia del male o dica del male a un altro anzi per carità di spirito volentieri si servano e si obbediscano vicendevolmente. O frati tutti, riflettiamo attentamente che il Signore dice: “Amate i vostri nemici e fate del bene a quelli che vi odiano”, poiché il Signore nostro Gesù Cristo, di cui dobbiamo seguire le orme, chiamò amico il suo traditore e si offrì spontaneamente ai suoi crocifissori. Sono, dunque, nostri amici tutti coloro che ingiustamente ci infliggono tribolazioni e angustie, ignominie e ingiurie, dolori e sofferenze, martirio e morte, e li dobbiamo amare molto poiché, a motivo di ciò che essi ci infliggono, abbiamo la vita eterna>>.
Nel suo Testamento, il santo invita i suoi frati ad andare per il mondo augurando a tutti la pace, bene messianico per eccellenza. Il saluto: “Il Signore ti dia la pace!”, che egli rivolge a quanti incontra, risuona anche oggi, ovunque, nei villaggi, come nelle città, sulle piazze e nelle campagne, sulla bocca dei suoi figli. Con queste parole egli auspica per ogni fratello ed ogni sorella, un’apertura del cuore sempre maggiore al dono della pace che discende dall’alto e che nemmeno le contrarietà della vita possono rubare.
Questo è il messaggio sempre attuale di Francesco che nemmeno la polvere della storia può confondere o cancellare. Non ci resta che tentare di sperimentarlo, per verificarne la verità e l’attualità. Buon cammino.
Chiara - Monaca Clarissa
ENZO BIANCHI:LA VERA EMERGENZA NON SONO I MIGRANTI MA NOI EUROPEI CHE STIAMO PERDENDO LA NOSTRA UMANITA'
L’emergenza umanitaria non è data dalle migrazioni in quanto tali,
“bensì dalle modalità culturali ed etiche, prima ancora che operative,
con cui le si affrontano”.
“E’ il nostro restare umani che è in emergenza di fronte
all’imbarbarimento dei costumi”, impoverito “da quando ci si è
preoccupati più del controllo e della difesa delle frontiere” che non
dei principi morali che regolano il nostro continente. Imbarbarimento
aggravatosi per aver “siglato un accordo per delegare il lavoro sporco
di fermare e respingere migliaia di profughi con un paese (la Libia) che
manifestatamene viola fondamenti etici, giuridici e culturali
imprescindibili” per l’Europa. Ci stiamo adeguando “a un pensiero unico
che confligge persino con la millenaria legge del mare iscritta nella
coscienza umana”, per il quale diviene naturale minare “la credibilità
delle Ong e perseguirne l’operato” e “affidare a una inesistente
autorità statale libica la gestione di ipotetici centri di raccolta dei
migranti che tutti gli organismi umanitari internazionali definiscono
luoghi di torture, vessazioni, violenze e abusi di ogni tipo”,
restituendo irresponsabilmente alla guardia costiera libica le persone
imbarcate dai trafficanti “con la sospetta connivenza di chi ora li
riporta alla casella-prigione di partenza”.
Le conseguenze di questo PENSIERO UNICO vanificano l’accoglienza,
l’integrazione, la solidarietà “che dovrebbero costituire lo zoccolo
duro della civiltà europea”. Questo clima di “caccia al buonista” rende
impossibile “pianificare politiche che consentano la gestione delle
persone in fuga dalla guerra o dalla fame” ed evitino che “i migranti
senza regolare permesso alimentino il mercato del lavoro nero, degli
abusi sui minori e della prostituzione”.
“Sragionare per slogan, fomentare anziché capire e governare le paure
delle componenti più deboli ed esposte della società, criminalizzare
indistintamente tutti gli operatori umanitari, ergere a nemico ogni
straniero, è la via più sicura per piombare nel baratro della barbarie,
per condannare il nostro paese e l’Europa a un collasso etico dal quale
sarà assai difficile risollevarsi”.
“Stiamo diventando più cattivi e la stessa politica, che dovrebbe
innanzitutto far crescere una società buona, è tentata da percorsi che
assecondano la barbarie”, dimenticando “il bene più prezioso che
ciascuno di noi possiede: l’essere responsabili e perciò custodi del
proprio fratello, della propria sorella in umanità”.
martedì 3 ottobre 2017
LA GIORNATA MEMORIA VITTIME IMMIGRAZIONE
Non è mai facile né scontato celebrare un giorno così drammatico e denso
di dolore, come quello del 3 ottobre 2013. Non è scontato soprattutto
per chi ha la consapevolezza che quella notte non vennero inghiottite
dal mare solo 368 vite, ma con loro naufragò un sogno, quello di
un’Europa giusta e solidale.
Eppure, nelle settimane immediatamente successive a quel drammatico autunno, abbiamo continuato a sperare, grazie all’orgoglio e alla lucidità di persone che non hanno tardato ad inaugurare la straordinaria stagione dei salvataggi in mare, ma dall'altra sono apparsi fili spinati, blindati alle frontiere, controlli rafforzati che hanno mostrato l’immagine di un’Europa impaurita, che ha smarrito la sua identità plurale e la sua capacità di affrontare insieme le sfide della modernità.
Purtroppo l’aumento di atteggiamenti e di atti xenofobi, uniti alla crescente popolarità dei movimenti di destra, mortificano sempre più queste speranze. La percezione di una diffusa insicurezza economica e sociale legata ai migranti, la paura degli attacchi terroristici e l’incapacità dei governi attuali di garantire sicurezza ai propri cittadini, sono elementi chiave sui quali cresce la paura diffusa verso lo straniero.
La campagna di discriminazione che ha colpito quest’estate le Ong
impegnate nei salvataggi in mare ne è la riprova: l’accusa mossa alle
organizzazioni umanitarie di collusione con i trafficanti costituisce il
paradigma di una società in crisi di valori, dove la mancanza di punti
di riferimento, della giustizia sociale, dell’onestà individuale e della
responsabilità verso la collettività, ne fanno una società povera.
Le centinaia di bare che quattro anni fa furono allineate nell’hangar del piccolo aeroporto di Lampedusa devono costituire un monito per coloro che stanno tentando di sabotare il progetto europeo, minandolo alle fondamenta con politiche irresponsabili, per nulla ispirate ai nostri valori fondamentali.
Eppure, nelle settimane immediatamente successive a quel drammatico autunno, abbiamo continuato a sperare, grazie all’orgoglio e alla lucidità di persone che non hanno tardato ad inaugurare la straordinaria stagione dei salvataggi in mare, ma dall'altra sono apparsi fili spinati, blindati alle frontiere, controlli rafforzati che hanno mostrato l’immagine di un’Europa impaurita, che ha smarrito la sua identità plurale e la sua capacità di affrontare insieme le sfide della modernità.
Purtroppo l’aumento di atteggiamenti e di atti xenofobi, uniti alla crescente popolarità dei movimenti di destra, mortificano sempre più queste speranze. La percezione di una diffusa insicurezza economica e sociale legata ai migranti, la paura degli attacchi terroristici e l’incapacità dei governi attuali di garantire sicurezza ai propri cittadini, sono elementi chiave sui quali cresce la paura diffusa verso lo straniero.

Le centinaia di bare che quattro anni fa furono allineate nell’hangar del piccolo aeroporto di Lampedusa devono costituire un monito per coloro che stanno tentando di sabotare il progetto europeo, minandolo alle fondamenta con politiche irresponsabili, per nulla ispirate ai nostri valori fondamentali.
lunedì 2 ottobre 2017
IN RICORDO DEL POETA PIERLUIGI CAPPELLO
Lettera per una nascita
Scrivo per te parole senza diminutivi
senza nappe nè nastri, Chiara.
resto un uomo di montagna,
aperto alle ferite,
mi piace quando l’azzurro e le pietre si tengono
il suono dei “sì” pronunciati senza condizione,
dei “no” senza margini di dubbio;
penso che le parole rincorrano il silenzio
e che nel tuo odore di stagione buona
nel tuo sguardo più liscio dei sassi di fiume
esploda l’enigna del “sì” assordante che sei.
Scriverti è facile; e se potessi verserei
la conoscenza tutta intera delle nuvole
la punteggiatura del cosmo
la forza dei sette mari, i sette mari in te
nel bicchiere dei tuoi giorni incorrotti.
Ma non sono che un uomo, e quest’uomo
ti scrive da un tavolo ingombro
e piove, oggi, e anche la pioggia ha le sue beatitudini
sulla casa dalle grondaie rotte
quando quest’uomo ti pensa e fra tutte le parole da scegliere
non sa che l’inciampo nel dire come si resta
e come si preme
nel mistero del giorno nuovo in te
che prima non c’era
adesso c’è.
Scrivo per te parole senza diminutivi
senza nappe nè nastri, Chiara.
resto un uomo di montagna,
aperto alle ferite,
mi piace quando l’azzurro e le pietre si tengono
il suono dei “sì” pronunciati senza condizione,
dei “no” senza margini di dubbio;
penso che le parole rincorrano il silenzio
e che nel tuo odore di stagione buona
nel tuo sguardo più liscio dei sassi di fiume
esploda l’enigna del “sì” assordante che sei.

la conoscenza tutta intera delle nuvole
la punteggiatura del cosmo
la forza dei sette mari, i sette mari in te
nel bicchiere dei tuoi giorni incorrotti.
Ma non sono che un uomo, e quest’uomo
ti scrive da un tavolo ingombro
e piove, oggi, e anche la pioggia ha le sue beatitudini
sulla casa dalle grondaie rotte
quando quest’uomo ti pensa e fra tutte le parole da scegliere
non sa che l’inciampo nel dire come si resta
e come si preme
nel mistero del giorno nuovo in te
che prima non c’era
adesso c’è.
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