lunedì 18 marzo 2013

“I sassolini di H.”

H. è una ragazza di tredici anni, tunisina, nata in Italia e frequenta la seconda classe della Scuola Secondariadi Primo Grado in una località del Lodigiano. Il suo inserimento nel gruppo classe, fin dal primo anno, si è dimostrato apparentemente agevole e senza significativi problemi di carattere relazionale, sia nei rapporti tra pari come in quelli con il mondo degli adulti.
La classe prima I, nell’anno scolastico 2011-2012, sembra avere tutti i “requisiti” per un “cammino in cordata”, dove il passo e gli sforzi di ognuno possono compensare le eventuali difficoltà dell’altro e, nello stesso tempo, spronarlo a raggiungere comunque la meta!
Ma, già, dopo la prima settimana di scuola, i “conti” non tornano … All’alunna A., nel corso della caotica quanto laboriosa lezione di Arte, vengono a mancare due album da disegno “nuovi di zecca”. Come se non bastasse, anche l’iniziativa benefica di una raccolta spontanea, per un’adozione a distanza, contiene una lieve nota stonata: qualcuno ha pensato bene di “rifilare” le vecchie cinquecento lire al posto dell’euro, senza alcuna smentita di un possibile errore. Passano i giorni e vengono a mancare verifiche, quaderni, una scatola di pastelli, un MP3, in un crescendo continuo volto a prendere di mira alcune “vittime” in particolare… In classe si respira, sempre più, un clima di sospetto e di diffidenza della serie: «Speriamo che ora non capiti a me!»
La ripetitività dei “colpi messi a segno”, con la bravura di una mano lesta e di velluto, diventa argomento di discussione e di confronto tra noi docenti del consiglio di classe e coinvolge anche le famiglie dei nostri alunni. Ai genitori, quindi, si chiede collaborazione per far luce sul caso! I suggerimenti e i riscontri non tardano ad arrivare … Da alcuni racconti di esperienze di furto, effettuati con la medesima modalità negli anni della Scuola Primaria, emerge una manifesta sinossi con le presenti situazioni, che condurrebbero ad una sola persona: l’insospettabile alunna H. La mamma dell’alunna S., alla quale sono mancati i pastelli, suggerisce di far circolare voce che la zia biologa ha voluto sperimentare come antifurto, verniciando proprio quella scatola di pastelli, un ritrovato di laboratorio, che procurerebbe una potente allergia a chiunque si fosse azzardato a rubarli e quindi a toccarli. Essendo io la Coordinatrice della classe, tocca a me impastocchiare la storiella, a metà tra “Voyager” e “X-Files”, consapevole che i miei ragazzi sprovveduti non sono! Vuoi però, per le mie arti istrioniche (conduco da anni un Laboratorio teatrale all’interno della mia Scuola) e per la ferma determinazione a conservare con i miei alunni un rapporto trasparente, cerco di offrire una versione credibile e noto che le mie parole colpiscono nel segno: H. si guarda le mani e se le mette prontamente in tasca. Nei giorni successivi, però, mi accorgo che mi evita e nasconde in continuazione proprio le mani … Allora, esco io allo scoperto e le chiedo semplicemente di restituire il “maltolto”, assicurandole il mio aiuto per rimediare agli errori commessi. H. comprende e si impegna affinché tutto ritorni ai legittimi proprietari, tutto, eccetto quella scatola di pastelli, ormai consumati, che costa troppo per le sue possibilità … Di comune accordo col Dirigente scolastico, anche quest’ultimo bottino, tramite tacito aiuto del fondo d’Istituto, viene restituito da H, come se fosse una sua iniziativa, alla compagna, in una caotica quanto laboriosa lezione di Arte, nel corrente anno scolastico …
In ogni furto, c’è un “sassolino” di H.: un “segnale lampeggiante”, che mi sta rivelando sfumature, a volte inquietanti, legate alle sue origini e alla sua quotidianità di ragazza “araba” in una famiglia “araba”. Al presente, la mia scelta e quella dei miei colleghi, come docenti ed educatori, è quella di rinnovare in lei la fiducia, nonostante i precedenti, e questo nostro atteggiamento, ne sono convinta, può diventare, per H., almeno è quanto mi auguro, un’opportunità di riscatto personale.
Ho riportato questa storia ordinaria di vita scolastica per dimostrare come spesso alcuni comportamenti o determinati silenzi, da parte dei nostri adolescenti, possano celare la retrospettiva di tutto un mondo familiare, sociale, culturale, economico … A noi adulti, il compito di saperlo leggere ed interpretare, facendo talvolta anche da “specchio”!
Dal Diario di Scuola di Daniela Villa

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