martedì 11 settembre 2018

QUANDO UNA LEGGE PUO' DIVENTARE DISCRIMINANTE

<<Sono passati ottanta anni dalla firma apposta dal re Vittorio Emanuele III nella residenza estiva di San Rossore a Pisa e dal successivo annuncio di Mussolini in Piazza Unità d’Italia a Trieste davanti a una folla entusiasta e plaudente a favore delle "Leggi antiebraiche" o meglio delle "Leggi razziste". La ferita è ancora aperta e le terribili testimonianze di chi in quei giorni fu cacciato da scuole e università, di chi perse il lavoro, di chi perse la piena cittadinanza, i diritti fondamentali, ce lo ricordano ogni giorno. Una infamia sancita nell’indifferenza generale. È questo quello che più urta di questo abominio giuridico, che fu premessa e anticamera alla Shoah. Una lezione che siamo chiamati a far nostra e a proiettare, di fronte a nuove ingiustizie che si compiono, nella lotta sempre aperta a ogni forma di odio e discriminazione, pur in contesti e situazioni molto differenti rispetto ad allora, nel nostro turbolento presente e nel futuro che vogliamo lasciare in dote alle nuove generazioni.
Tutto ciò potrebbe riaccadere oggi? Quali furono i segni premonitori che non si seppero cogliere allora? Quali i segnali o le rassicurazioni da considerare oggi?
Quella che viviamo è un’epoca complessa, sempre più caratterizzata dalla diffusione di fake news, da odio gratuito che inquina spazio pubblico e social network, dal riaffiorare di complottismi e pregiudizi mai del tutto sconfitti. Una minaccia che riguarda non solo i soggetti e le comunità colpite ma che deve vederci sempre più uniti – istituzioni democratiche, società civile, le diverse minoranze – nella consapevolezza della criticità del momento che stiamo attraversando. Davanti a noi un bivio storico, dalle conseguenze potenzialmente devastanti. Oggi più che mai appare urgente la riaffermazione dei valori dell’educazione, della cultura, dell’incontro, della condivisione. Non sarà facile, il compito è evidentemente in salita, ma questo è un orizzonte imprescindibile per tutti coloro che hanno a cuore le conquiste democratiche e i principi sanciti nella Costituzione repubblicana.>>
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Noemi Di Segni, presidente Unione delle comunità ebraiche italiane

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