Quando la violenza imperversa, l'odio prendo d'assalto l'animo umano e la guerra spezza l'umano di questa nostra terra, è difficile trovare parole adatte alla situazione ed alle persone. Mi è ormai impossibile capire chi è nel giusto e chi nel torto. Ogni guerra si è rivelata l'incarnazione e l'espressione più elevata del male. In questi momenti la parola che può salvare l'umano - pace - viene cancellata, ma qualcuno l'ha soltanto accantonata e riposta nel profondo del suo cuore perché risorga appena possibile.
A lenire questa drammatica escalation di violenza e di terrore ho trovato le parole di una poetessa, Lea Goldberg, scritta nel 1943, mentre in Europa imperversava la Seconda guerra mondiale e si inaspriva la folle persecuzione contro gli ebrei. Davvero verranno giorni ci assicura la poetessa, immaginando una rinascita dopo la catastrofe. Poiché l’umanità è dove c’è amore. Ed è questo il miracolo della vita che in queste parole la poetessa israeliana ci fa sentire palpitante e vitale, più forte delle bombe e della morte, la vita è là dove “è permesso, permesso amare”.
Davvero verranno ancora giorni di perdono e di grazia
e camminerai nel campo come l’ingenuo viandante
La pianta dei tuoi piedi nudi accarezzerà i fili d’erba,
e le sommità delle spighe ti pungeranno, e la loro puntura sarà dolce,
oppure la pioggia ti sorprenderà, con la massa battente delle sue gocce
sulle spalle, sul petto, sul collo e ti rinfrescherà il capo.
Davvero camminerai ancora nei campi e la quiete si diffonderà in te,
respirerai il profumo del solco trovando pace a ogni respiro
vedrai il sole nello specchio della pozza dorata
le cose e la vita saranno semplici e sarà permesso toccarle
e sarà permesso, permesso, permesso amare
Camminerai nei campi da sola,
non ti brucerai nella vampa degli incendi,
in strade indurite dal terrore e dal sangue.
E con cuore sincero sarai di nuovo umile e docile
come un filo d’erba, come un essere umano,
cui è permesso, permesso amare.
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