lunedì 28 giugno 2021

IL DDL ZAN NON PUO' ESSERE FERMATO!

Non mi sorprende ma sicuramente mi preoccupa l’iniziativa della Segreteria di Stato vaticana che, tramite l’Ambasciata italiana presso la Santa Sede, avrebbe formalmente chiesto una revisione del Ddl Zan in materia di omotransfobia perché il testo all’esame del Senato violerebbe “l’accordo di revisione del Concordato”.

Nessuno può negare alla Chiesa Cattolica un'opinione in merito al problema, ma non in questi termini che si configurano come una vera e propria interferenza nei confronti della libera determinazione del Parlamento italiano e quindi come una violazione dell’articolo 7 della Costituzione che sancisce che Stato e Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

A me sembra che il Ddl Zan non limiti la possibilità della Chiesa cattolica o di altri soggetti di impartire liberamente il proprio insegnamento morale ma vuole punire chi propaganda ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità. La norma, difatti, non limita né sanziona un insegnamento, un precetto o un’idea ma la propaganda o l’istigazione di un atto di discriminazione. Si tratta di una distinzione essenziale e per questo mi permetto di invitare cattolici, Chiesa e Vaticano a considerare questa norma con uno spirito protettivo e amorevole nei confronti delle vittime di discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale o sulle disabilità.

Da parte mia mi sento in dovere di esprimere il mio pieno sostegno umano a quanti, per il loro orientamento sessuale o per le loro disabilità, ogni giorno subiscono attacchi, derisioni e violenze. Spero che il Parlamento, nello spirito laico che deve orientarlo valuti con senso di responsabilità e discernimento il testo in discussione e deliberi con l’urgenza imposta dalla gravità del tema: buon lavoro!

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