<<Possiamo avere un’idea degli atti che meritano
propriamente il nome di azioni e non di semplici reazioni, e che per
questo esprimono in pienezza la libertà, se pensiamo alle creazioni
artistiche e intellettuali come la composizione musicale, la
scrittura poetica e letteraria, la pittura e la scultura, il pensiero
filosofico e teologico, l’impresa scientifica: manifestazioni del
fenomeno umano che non sono concepibili senza mettere in gioco la
libertà. Ancor più che l’estetica e la cultura però, l’ambito
in cui si manifesta la nostra indipendenza creativa dalla realtà è,
a mio avviso, l’etica. Quando in un quartiere degradato dove
comandano i criminali e molti sono collusi con la malavita, e dove
nel migliore dei casi ci si adatta a una fredda indifferenza verso la
giustizia, qualcuno decide di lottare attivamente contro il
malaffare, che tipo di azione compie? Quando in un’azienda in cui è
risaputo il livello di corruzione dei dirigenti e nessuno parla per
non perdere il posto, qualcuno decide di denunciare il malaffare, che
tipo di azione compie? Quando in una classe in cui il gruppo dei più
forti si accanisce regolarmente contro un ragazzo che ha dei problemi
maltrattandolo in vari modi, qualcuno decide di prendere le difese di
quel ragazzo, che tipo di azione compie? In tutti questi casi non si
tratta di azioni che seguono la corrente, ma di azioni che vanno
piuttosto contro la corrente: ora, qual è la forza che in alcuni
esseri umani si sprigiona in quei momenti e che permette di risalire
la corrente? …È quindi solo
una più limpida capacità di leggere la situazione, da cui discende
la visione di un più alto interesse, a condurre un essere umano
dalla parte della giustizia quando tutto nel suo ambiente e nella sua
emotività lo induce al contrario.
Ne viene che in
quelle rare ma reali occasioni in cui esercitiamo la creatività, sia
essa teoretica o estetica o soprattutto etica, emerge la nostra
capacità di relazionarci in modo diverso rispetto al nostro
ambiente: qui si esprime un’indipendenza dalle condizioni interne
ed esterne dell’esistere che può generare una creazione spontanea
del nuovo e un pensiero che va controcorrente. In chi conduce la sua
esistenza secondo questa indipendenza si genera un permanente modo di
stare al mondo per descrivere il quale si usa dire che quella persona
è uno spirito libero.
Un essere umano
però è veramente libero solo se lo è anzitutto da se stesso e dal
suo personaggio, o addirittura dai diversi personaggi che la vita gli
fa recitare nell’ambito delle variegate situazioni che
costituiscono l’intreccio dell’esistenza. E questa libertà di sé
rispetto a sé non è per nulla scontata, neppure in coloro che
appaiono agli altri come spiriti liberi. Anzi, a questo riguardo
occorre considerare che non sono pochi coloro che mirano a passare
come supremamente indipendenti rispetto al mondo e alle sue
convenzioni, ma finiscono in realtà per essere vittime di una
schiavitù interiore verso il proprio anticonformismo ancora più
pesante e talora ridicola.>>
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