mercoledì 14 aprile 2021

ESSERI ... LIBERI

<<Possiamo avere un’idea degli atti che meritano propriamente il nome di azioni e non di semplici reazioni, e che per questo esprimono in pienezza la libertà, se pensiamo alle creazioni artistiche e intellettuali come la composizione musicale, la scrittura poetica e letteraria, la pittura e la scultura, il pensiero filosofico e teologico, l’impresa scientifica: manifestazioni del fenomeno umano che non sono concepibili senza mettere in gioco la libertà. Ancor più che l’estetica e la cultura però, l’ambito in cui si manifesta la nostra indipendenza creativa dalla realtà è, a mio avviso, l’etica. Quando in un quartiere degradato dove comandano i criminali e molti sono collusi con la malavita, e dove nel migliore dei casi ci si adatta a una fredda indifferenza verso la giustizia, qualcuno decide di lottare attivamente contro il malaffare, che tipo di azione compie? Quando in un’azienda in cui è risaputo il livello di corruzione dei dirigenti e nessuno parla per non perdere il posto, qualcuno decide di denunciare il malaffare, che tipo di azione compie? Quando in una classe in cui il gruppo dei più forti si accanisce regolarmente contro un ragazzo che ha dei problemi maltrattandolo in vari modi, qualcuno decide di prendere le difese di quel ragazzo, che tipo di azione compie? In tutti questi casi non si tratta di azioni che seguono la corrente, ma di azioni che vanno piuttosto contro la corrente: ora, qual è la forza che in alcuni esseri umani si sprigiona in quei momenti e che permette di risalire la corrente? …
È quindi solo una più limpida capacità di leggere la situazione, da cui discende la visione di un più alto interesse, a condurre un essere umano dalla parte della giustizia quando tutto nel suo ambiente e nella sua emotività lo induce al contrario.
Ne viene che in quelle rare ma reali occasioni in cui esercitiamo la creatività, sia essa teoretica o estetica o soprattutto etica, emerge la nostra capacità di relazionarci in modo diverso rispetto al nostro ambiente: qui si esprime un’indipendenza dalle condizioni interne ed esterne dell’esistere che può generare una creazione spontanea del nuovo e un pensiero che va controcorrente. In chi conduce la sua esistenza secondo questa indipendenza si genera un permanente modo di stare al mondo per descrivere il quale si usa dire che quella persona è uno spirito libero.
Un essere umano però è veramente libero solo se lo è anzitutto da se stesso e dal suo personaggio, o addirittura dai diversi personaggi che la vita gli fa recitare nell’ambito delle variegate situazioni che costituiscono l’intreccio dell’esistenza. E questa libertà di sé rispetto a sé non è per nulla scontata, neppure in coloro che appaiono agli altri come spiriti liberi. Anzi, a questo riguardo occorre considerare che non sono pochi coloro che mirano a passare come supremamente indipendenti rispetto al mondo e alle sue convenzioni, ma finiscono in realtà per essere vittime di una schiavitù interiore verso il proprio anticonformismo ancora più pesante e talora ridicola.>>

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