martedì 27 agosto 2019

FUOCHI, ALBERI E FUTURO

«L’altro giorno è passato sotto ai miei occhi un barcone di diverse decine di metri, strabordante di tronchi tagliati e impilati. Quelli che dovrebbero controllare, al passaggio del carico, si sono girati dall’altra parte. Ecco, succede così da decenni». Giuliano Frigeni, bergamasco di nascita, vive in Brasile da 40 anni e da 20 è Vescovo della Diocesi di Parintins, nel cuore dell’Amazzonia brasiliana. Missionario del Pime, impegnato con gli ultimi e anche con gli indios che popolano la sua Diocesi, quasi ride dell’improvviso interesse del mondo per l’Amazzonia. Perché solo ora questo interesse? «Perché gli incendi si vedono, i fuochi fanno fumo, i satelliti fotografano. Ma nessuno vede quando entrano nella foresta con camion e trattori enormi per abbattere e distruggere: perché prima delle fiamme c’è sempre qualcuno che annienta, silenziosamente». Di chi sono le responsabilità? «Chi lo fa non pensa al disastro ecologico che sta creando, non pensa ai figli, non pensa ai propri nipoti, non pensa al bene di questa terra meravigliosa e anche delicata. Arrivano da lontano, dal Sud del Paese oppure dall’estero: hanno in mano milioni e milioni di dollari e vogliono terreno per piantare la soia. Oggi tutto gira attorno alla soia. Questo è già successo in altri Stati del Brasile. Prendiamo per esempio il Paraná: Londrina un tempo era ritenuta la capitale mondiale del caffè, oggi non si vedono altro che campi di soja. Questo dramma va in scena da anni. Sapete però cosa c’è di buono? Che la foresta tenta sempre di rinascere, ce la mette sempre tutta per prendersi spazio». Come lei, altri preti, missionari, vescovi e porporati si riuniranno a Roma, in ottobre, per il Sinodo sull’Amazzonia convocato da papa Francesco. «È un’occasione importante perché anche la chiesa ribadisca il valore del creato. Papa Francesco l’ha già fatto con la sua Laudato Sii. Ma ci sono anche i roghi dell’anima. I roghi in Amazzonia si vedono. Quello che non si vede è la crisi che sta attraversando questo Stato: qui non bruciano solo i boschi, bruciano soprattutto i giovani, persi nell’alcol e nella droga. Stiamo toccando record negativi di suicidi giovanili. Bisogna dare speranza, alla foresta e alle sue persone».
__________________________________________________________________________
intervista a Giuliano Frigeni a cura di Andrea Guerra
in “la Repubblica” del 27 agosto 2019

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi

Archivio blog