mercoledì 8 maggio 2019

JEAN VANIER: UN GRANDE TESTIMONE DELLA CARITÀ

"La fragilità sta là, al cuore del mondo. Si traduce talvolta nella paura, nell'insicurezza. Alle volte incontriamo delle fragilità che fanno molta paura. Alcune persone rigettano ogni forma di relazione e non sappiamo come avvicinarle. Ci vogliano allora persone che sappiano in quale maniera approcciarle. Durante un viaggio a Calcutta mi hanno presentato un malato mentale che gridava di continuo. Gli infermieri lo evitavano un poco. Col mio poco di esperienza sono andato verso di lui a mani aperte [apre le mani]. E lui è venuto e ha messo le sue due mani nelle mie. Si può vederlo con la Samaritana. Gesù l’ha toccata perché aveva bisogno di lei. Quando si può cominciare una relazione avendo bisogno dell’altro, quello cambia. Se Gesù avesse cominciato a predicare, quella sarebbe scappata. Invece è venuto umilmente dicendo “ho bisogno di te”.
Se lei visita regolarmente una persona sola, allora per quella persona lei diventa il messia. La relazione è il luogo della felicità. Ma talvolta la sofferenza fisica è troppo grande. Non bisogna pretendere che tutto si facile. La fragilità ha bisogno di essere amata.

La sola cosa che mi interessa è di essere l’amico di Gesù. Voglio essere con lui da qualche parte, non so dove. Gesù è povero, umile. Io spero di essere con lui nella povertà. Sempre nella povertà. È la sola cosa. Il segreto è sempre nella discesa, non nella salita. È accettare di essere fragili. Non siamo sempre quel che vorremmo essere, nemmeno con Gesù. Abbiamo sempre bisogno di un Gesù che ci riacchiappi quando ci allontaniamo. Egli è straordinario nella sua capacità di amare. Il più grande pericolo, al giorno d’oggi, è il fenomeno del bisogno di realizzazione, che comincia nelle scuole. C’è un problema di lotta tra il successo e l’accettazione di quel che si è, con la propria missione. Vediamo una sorta di contraddizione tra la società e la vita cristiana. Gesù, da parte sua, è così umile e così piccolo… Il mondo va al contrario… È il Vangelo il mondo che va per il verso giusto. È una rivoluzione copernicana."
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Da un'intervista in occasione del suo 90° compleanno

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