venerdì 17 ottobre 2014

"IO STO CON LA MAGGIORANZA"

UNA PROBABILE INTERVISTA A DON ANDREA GALLO SUL SINODO STRAORDINARIO SULLA FAMIGLIA.

Il Sinodo straordinario sulla famiglia in corso in Vaticano ha aperto un ventaglio di problematiche che da tempo pesano sulle spalle dell'umanità. Le risposte sono sempre state molto variegate,a volte interessanti,a volte pungolanti,ma altre volte stupide e scontate. Le attese ora sono enormi. Le situazioni da prendere in considerazione e le storie degli uomini che vi appartengono sono numerosissime. Le voci che si sono espresse e i materiali umani raccolti sono state moltissimi. Usciranno soluzioni e indicazioni attente affinché l'umano torni a coniugarsi con il cristiano?
Una parola in proposito mi sarebbe piaciuta ascoltarla da don Andrea Gallo.Un uomo amato e criticato,ma sempre onesto e limpido nel suo dire e nel suo fare. Purtroppo la sua morte l'ha tolto dalla vita ma il suo pensiero illumina ancora i passi dei suoi amici. Io penso che si sarebbe così espresso.

Don Andrea,finalmente una Chiesa che sembra rimettersi in gioco.E su temi fondamentali. Lei dove si pone?
Molti mi chiedono di andarmene dalla Chiesa,visto che non sono d'accordo quasi su niente. Ma io nella mia casa ci sto bene,la amo,rispetto la sua struttura gerarchica,perché non può essere acefala. Considero il mio dissenso un atto di fedeltà ai principi fondamentali della Chiesa e ritengo le reazioni scomposte alle mie posizioni un segno vitale.

Per parlare della famiglia,da dove si parte?
Mentre mi preparavo a diventare sacerdote,sul matrimonio insegnavano:-Fine principale:procreazione.Secondo fine:rimedio alla concupiscenza.Terzo:l'amore tra i coniugi-. E io:-Obiezione.Ma l'amore non viene prima di tutto e poi,seguono,la maternità responsabile,la scelta degli sposi che da soli si devono amministrare? Io credo fermamente nell'etica della responsabilità-. Mi spedivano dal Rettore Magnifico.

Uno dei temi più scottanti è quello della riammissione dei separati/divorziati al Sacramento dell'Eucarestia.
C'è molta ipocrisia. Oggi i matrimoni sono proclamati nulli dalla Sacra Rota con più facilità rispetto al passato,anche quando ci sono figli di mezzo. Chi riesce a farsi annullare il matrimonio può ricevere l'Eucarestia,chi invece è divorziato all'anagrafe civile se la vede negata. Non so con quale cuore,una Chiesa accogliente,vieti a un ospite di sedersi alla sua tavola. Per me la discriminante non può essere burocratica. L'unica cosa che conta veramente è che si venga non per fare la comunione,ma per fare comunione,cioè per unirsi alla comunità. Quindi ostia per tutti.

L'altro nodo cruciale sembra essere la figura dell'omosessuale.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che gli omosessuali vanno accolti con amore e tenerezza. In Comunità ho ascoltato testimonianze di omosessuali sofferte,meditate,oneste,complesse,in costante ricerca di dialogo per uscire da una pesante emarginazione e curare le ferite gravi procurate dal disprezzo. Mi pare di poter dire a tutti che proprio l'ascolto delle persone fa scoprire una grossa base comune,dove le differenze sono molto meno rilevanti di quanto si pensi. Saper tenere insieme il rispetto delle diversità e la gioia di ritrovare sintonie è il segreto della convivenza.

Ma perché il matrimonio cristiano si sente oggi delegittimato dalle altre unioni?
Il rispetto delle unioni di fatto non va minimamente a inficiare il sacramento del matrimonio,non capisco in che modo i cristiani si sentano aggrediti. Gli sposi devono impegnarsi a testimoniare nella realtà politica e sociale la loro coerenza,nel rispetto tuttavia di altre scelte laiche. Il cristiano non impone nulla e visita tutte le culture. I cristiani si rimboccano le maniche,non temono di contaminarsi,non perdono la loro identità e lavorano insieme agli altri per servire. Bisogna rispettare qualunque coppia. Nella Chiesa cattolica il primo fine è l'amore,ed è arrogante affermare che famiglia e matrimonio vengono svuotati di significato da forme giuridiche alternative.

Quali sono secondo lei i principi che devono sostenere le discussioni e gli approfondimenti del Sinodo? Lei,che cosa avrebbe detto,se fosse stato invitato a partecipare?
L'allarme vero è che i seguaci di Gesù dimenticano quotidianamente i principi irrinunciabili come il perdono,l'amore dei nemici,il servizio agli altri,l'accoglienza.la solidarietà. Il cuore del messaggio cristiano ha ben poco a che fare con giochi di potere,interessi economici,meschinità travestite da nobili parole,impunità,arroganza,xenofobia,omofobia,razzismo. Non è affidato ad un oggetto,ma a uomini e donne in carne ed ossa. E' la «vita» dei cristiani che deve essere un racconto credibile del Vangelo,un racconto che nessuna «crociata» può sconfessare. Al cristianesimo servono testimoni non testimonial.
Non si può credere di essere gli unici interpreti della natura e della verità. Dio è una buona notizia. Non è Lui che nutre l'odio e la costrizione. Bisogna uscire dal dogmatismo perché dalle imposizioni è facile cadere nel fondamentalismo e nell'integralismo. Quella del cattolicesimo è una proposta. Vuol dire:se vuoi. L'unico modo per colmare il solco che ci separa è la contaminazione. Dice bene padre Zanotelli,il venti per cento di questo pianeta consuma l'ottanta per cento delle risorse totali,quindi io non sto dalla parte delle minoranze,ma dalla parte delle maggioranze,ovvero di quei miliardi di persone vittime di ingiustizie.

Credo che sarebbe stato utile avere una presenza come la sua durante le discussioni del Sinodo.
Una barzelletta.
Un giorno Dio decide di trascorrere una vacanza sulla terra e chiede a Gesù,che ha molto viaggiato,quale siano i posti più belli da visitare:"Figlio,com'è l'Africa?».
«Un continente meraviglioso.»
«Che ne dici dei Caraibi?»
«Somigliano al Paradiso.»
«E il Vaticano?»
«Non lo so,non ci sono mai stato.»

A.B.







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