martedì 8 luglio 2014

CATTOLICI USA DI RITO ORIENTALE: SI RIAPRA LA QUESTIONE DEI PRETI SPOSATI


                                                                    È destinata certamente ad avere ripercussioni sul
dibattito  riguardante  il  celibato  opzionale  del  clero  l’86a  edizione  della  Consultazione
Teologica Ortodosso­Cattolica del Nordamerica (organismo creato nel 1965 i cui membri
sono  nominati  dalle  Conferenze  episcopali  di  Stati  Uniti  e  Canada),  presieduta  dal
metropolita  Metodio  della  Chiesa  greco­ortodossa  di  Boston  e  dall’arcivescovo  di
Indianapolis, mons. Joseph Tobin, e svoltasi nel New Hampshire dal 2 al 4 giugno. Nel
corso dell’evento, infatti, è stato approvato un documento, diffuso il 6, in cui si chiede di
«eliminare  le  restrizioni  sull’ordinazione  di  uomini  sposati  al  sacerdozio  nelle  Chiese
cattoliche  di  rito  orientale  del  Nordamerica».  L’occasione  è  stata  fornita  dall’85°
anniversario  della  promulgazione  del  decreto  vaticano  del  1929  Cum  data  fuerit,
concepito  nel  contesto  del  consistente  fenomeno  migratorio,  a  cavallo  tra  XIX  e  XX
secolo, di cattolici di rito orientale, dell’Est Europa e del Medio Oriente (oggi sono circa
500mila,  750  i  preti),  che  avevano  portato  con  sé  negli  Stati  Uniti  la  tradizione  del
matrimonio uxorato, e intendeva porre un freno alla sua diffusione, limitando il sacerdozio
agli  uomini  celibi.  Il  provvedimento  causò  già  all’epoca  gravi  divisioni  all’interno  delle
numerose  comunità  cattoliche  orientali:  caldee,  maronite,  melkite  e  siro­malabaresi,
armene, bizantine, romene, siriache e ucraine.
Il  recupero  della  figura  del  prete  sposato,  si  legge  nella  dichiarazione,  grazie  alla
cancellazione del decreto del 1929, «affermerebbe l’antica e legittima tradizione cristiana
orientale,  e  costituirebbe  una  garanzia  per  la  Chiesa  ortodossa  sul  fatto  che,  nel  caso  di
restaurazione della piena comunione tra le due Chiese, le tradizioni della Chiesa ortodossa
non  verrebbero  messe  in  discussione».  «Siamo  convinti  –  prosegue  il  documento  –  che
un’azione del genere ravviverebbe la vita spirituale dei cattolici orientali e incoraggerebbe
la restaurazione dell’unità tra cristiani ortodossi e cattolici». Nella dichiarazione approvata
vengono citati due decreti del Concilio Vaticano II che chiedevano per i cattolici orientali
il ritorno alle proprie tradizioni ancestrali (Orientalium ecclesiarum) ed esortavano coloro
che  avevano  ricevuto  sia  il  sacramento  dell’ordinazione  che  quello  del  matrimonio  «a
perseverare nella loro sacra vocazione» (Presbyterorum ordinis). Ciononostante, si legge
nel  documento  della  Consultazione,  «fino  ad  ora  pochissimi  cattolici  di  rito  orientale
sposati  sono  stati  ordinati  sacerdoti  in  Nordamerica».  Quest’anno,  infatti,  l’unica
ordinazione  ha  riguardato  un  maronita  sposato  di  St.  Louis,  che  ha  ottenuto  la  dispensa
dal decreto del 1929 da papa Francesco. (da Adista)

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