È destinata certamente ad avere ripercussioni sul
dibattito riguardante il celibato opzionale del clero l’86a edizione della Consultazione
Teologica OrtodossoCattolica del Nordamerica (organismo creato nel 1965 i cui membri
sono nominati dalle Conferenze episcopali di Stati Uniti e Canada), presieduta dal
metropolita Metodio della Chiesa grecoortodossa di Boston e dall’arcivescovo di
Indianapolis, mons. Joseph Tobin, e svoltasi nel New Hampshire dal 2 al 4 giugno. Nel
corso dell’evento, infatti, è stato approvato un documento, diffuso il 6, in cui si chiede di
«eliminare le restrizioni sull’ordinazione di uomini sposati al sacerdozio nelle Chiese
cattoliche di rito orientale del Nordamerica». L’occasione è stata fornita dall’85°
anniversario della promulgazione del decreto vaticano del 1929 Cum data fuerit,
concepito nel contesto del consistente fenomeno migratorio, a cavallo tra XIX e XX
secolo, di cattolici di rito orientale, dell’Est Europa e del Medio Oriente (oggi sono circa
500mila, 750 i preti), che avevano portato con sé negli Stati Uniti la tradizione del
matrimonio uxorato, e intendeva porre un freno alla sua diffusione, limitando il sacerdozio
agli uomini celibi. Il provvedimento causò già all’epoca gravi divisioni all’interno delle
numerose comunità cattoliche orientali: caldee, maronite, melkite e siromalabaresi,
armene, bizantine, romene, siriache e ucraine.
Il recupero della figura del prete sposato, si legge nella dichiarazione, grazie alla
cancellazione del decreto del 1929, «affermerebbe l’antica e legittima tradizione cristiana
orientale, e costituirebbe una garanzia per la Chiesa ortodossa sul fatto che, nel caso di
restaurazione della piena comunione tra le due Chiese, le tradizioni della Chiesa ortodossa
non verrebbero messe in discussione». «Siamo convinti – prosegue il documento – che
un’azione del genere ravviverebbe la vita spirituale dei cattolici orientali e incoraggerebbe
la restaurazione dell’unità tra cristiani ortodossi e cattolici». Nella dichiarazione approvata
vengono citati due decreti del Concilio Vaticano II che chiedevano per i cattolici orientali
il ritorno alle proprie tradizioni ancestrali (Orientalium ecclesiarum) ed esortavano coloro
che avevano ricevuto sia il sacramento dell’ordinazione che quello del matrimonio «a
perseverare nella loro sacra vocazione» (Presbyterorum ordinis). Ciononostante, si legge
nel documento della Consultazione, «fino ad ora pochissimi cattolici di rito orientale
sposati sono stati ordinati sacerdoti in Nordamerica». Quest’anno, infatti, l’unica
ordinazione ha riguardato un maronita sposato di St. Louis, che ha ottenuto la dispensa
dal decreto del 1929 da papa Francesco. (da Adista)
Nessun commento:
Posta un commento