mercoledì 11 aprile 2018

PROMESSE O REALE E CONCRETO CAMBIAMENTO?

Da una riflessione di Joan Chittister in “www.ncronline.org” 
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Dice Sean Freyne, teologo irlandese e specialista delle Scritture: “È un errore pensare che un papa abbia il potere di fare qualsiasi cosa”. Traduzione: il diritto di regnare da autocrate, di prendere misure unilaterali a proposito di qualsiasi cosa, non viene con la mitria e il pastorale. E neppure, del resto, con i mantelli e le croci dei vescovi: papi e i vescovi, in fondo, sono quelli che mantengono la tradizione della Chiesa. Quando cambiano, generalmente lo fanno con un occhio al passato – il punto in cui si trova il territorio canonico sicuro. Solo noi siamo le vere fonti di cambiamento nella Chiesa.
È il laico medio, che vive la fede nel suo tempo, a plasmare il futuro. È l'insegnante visionario, è la persona che critica per amore, è il profeta che parla con parresia a far passare la Chiesa da un'epoca a un'altra. Sono stati coloro che hanno dovuto affrontare la nuova economia a riconoscere che un giusto interesse per gli investimenti era virtù di prudenza piuttosto che peccato di usura. Sono state le vittime di relazioni violente a rendersi conto che il divorzio poteva essere una decisione più ricca d'amore di una situazione familiare devastante. E tuttavia, il modo in cui i papi e i vescovi si muovono, l'ascolto attento a ciò che accade nel mondo, la partecipazione che mostrano, l'amore e la leadership che esprimono possono fare tutta la differenza nel tono e nell'efficacia della Chiesa.
Con l'elezione di Papa Francesco la Chiesa è passata ad un nuovo stile di affrontare  l'esperienza umana. Ha invitato i pastori a camminare con il popolo di Dio. Ha messo al primo posto il conforto e il perdono, la comprensione e la misericordia. Ha urlato il proprio no alla violenza e alla guerra. Lui stesso si è mostrato come nuovo esempio di rapporto con il mondo.
Eppure, allo stesso tempo, certe cose che chiaramente devono cambiare, non sono cambiate nel corso degli ultimi cinque anni. C'è fumo senza fuoco: commissioni promesse, ma non create, domande che si ha il diritto di porre, sì, ma risposte ancora rare. C'è una promessa e moltissime possibilità. Ma, in troppi casi, non succede nulla, così, un numero sempre maggiore di persone, deluse, si allontanano da una nave alla deriva.
La questione è capire perché questo pontificato sembra essersi bloccato. Se situazioni di questo genere dipendano dalla mancanza di impegno di Francesco o dall'infinita resistenza della Curia al papa, non lo possiamo sapere. Ma segnano negativamente questo papato. 
Sicuramente questo papato ha di nuovo reso possibile pensare. Ha accolto l'idea che il cambiamento fa parte del processo della vita. Ma non ha dato un orientamento significativo a determinati problemi molto importanti. E così la promessa dell'azione e la mancanza di risultati, hanno fatto nascere false speranze, perché l'assenza d'azione è ancora più deludente di quanto sarebbe stata se non fossero mai state fatte vuote promesse.
San Paolo ha messo in guardia la Chiesa secoli fa da questo tipo di leadership poco chiara. Scrive in 1Corinti 14,8: “Se la tromba emette un suono confuso, chi si preparerà al combattimento?”.
È un avvertimento a un papato che è arrivato ricco di speranza e che per questo è profondamente rispettato. Come dice il Talmud, “coloro che non rischiano niente, rischiano molto di più”.

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