martedì 3 dicembre 2013

"QUALE AVVENTO?" di Tonino Bello

C'è, nella storia, una continuità secondo ragione, che è il futurum. E' la continuità di ciò che si incastra armonicamente secondo la logica del prima e del dopo. Secondo le categorie di causa ed effetto. Secondo gli schemi biblici, in cui alle voci in uscita, si cercano i riscontri corrispondenti delle voci in entrata: finché tutto non quadra.

E c'è una continuità secondo lo Spirito, che è l'adventus.

E' il totalmente nuovo, il futuro che viene come mutamento imprevedibile, il sopraggiungere gaudioso e repentino di ciò che non aveva neppure il coraggio di attendere.

In un canto che viene eseguito nelle nostre chiese, e che è tratto dai salmi si dice "Grandi cose ha fatto il Signore per noi: ha fatto germogliare i fiori tra le rocce!". Ecco, adventus è questo germogliare dei fiori carichi di rugiada tra le rocce del deserto battute dal sole meridiano.

Promuovere l'Avvento, allora, è optare l'inedito, accogliere la diversità come gemma di un fiore nuovo, come primizia di un tempo nuovo. Cantare, accennadolo appena, il ritornello di una canzone che non è stata ancora scritta, ma che si sa rimarrà per sempre in testa all'hit parade della storia.

Mettere al centro delle attenzioni pastorali il povero, è avvento.

E' avvento, per una madre, amare il figlio handicappato più di ogni altro.

E' avvento, per una coppia felice e con figli, mettere in forse la propria tranquillità avventurandosi in operazioni di affidamento, con tutte le incertezze che tale ulteriore "fecondità" si porta dietro, anzi, si porta avanti.

E' avvento, per un giovane, affidare il futuro alla non-garanzia di un volontario, alla non-copertura di un impegno sociale in terre lontane, all'alea di un servizio umanitario che, se non è mai ricompensato sul piano economico, qualche volta non garantisce neppure su quello morale.

E' avvento, per una comunità, condividere l'esistenza del terzomondiale e sfidare l'opinione dei benpensanti che si chiude davanti al diverso, per non permettere infiltrazioni inquinanti al proprio patrimonio culturale e religioso.

E' avvento, per una congregazione religiosa o per un presbitero diocesano, allentare le cautele della circospezione mondana, per tutelarsi il sostentamento, facendo affidamento sulla "insostenibile leggerezza" della Provvidenza di Dio.

Per Antonella, mia amica, è avvento abbandonare le lusinghe della carriera sportiva per farsi suora di clausura.

Per Karol Tarantelli è avvento perdonare l'assassino di suo marito ...

Per Madre Teresa di Calcutta avvento è stato abbandonare la clausura per farsi prossimo sulle strade del mondo.

Ecco come è avvenuta la nascita di Gesù: per promuovere l'Avvento, Dio è partito dal futuro".

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