mercoledì 17 settembre 2025

OSCILLAZIONI

Quante volte ci capita di pensare che “Non ci va mai bene niente!”? Rischiamo di essere oscillanti, tendiamo a propendere per quella parte che più ci assicura un beneficio immediato; ci riscopriamo talvolta prede dell’impulso, dell’istinto, di ciò che ci conviene al momento. Rischiamo di essere talmente chiusi in noi stessi, attenti a ciò che capita a noi stessi, alle nostre paure e alle nostre ansie, da non essere in grado di ascoltare agli altri. Ci capita di essere talmente convinti di stare dalla parte di chi sa come vanno le cose da non ammettere che altri possano vedere o sapere meglio di noi.

Questi atteggiamenti possono precluderci ogni tipo di apertura e di accoglienza, della vita che cresce in noi e attorno a noi, della bellezza, della bontà e della verità delle cose.

Questi atteggiamenti rischiano di minare l’autenticità delle relazioni, che non diventano mai profonde e quindi nutrienti; rischiano di minare l’amore, che rimane sempre dilettantistico e non diventa mai scelta di vita. Succede ancora nelle piccole e nelle grandi cose.

Chi è figlio/figlia della Sapienza, però, riconosce che il “gusto della vita”, il sapore (in latino sàpere significa “avere sapore, essere gustoso”) sta altrove e si mette in cammino, esce da sé stesso/a e con-divide, com-patisce, segue, impara, contempla, ammira, si lascia sorprendere: vive!


Andrea Piccolo SJ


sabato 13 settembre 2025

BUON ANNO SCOLASTICO !

“La scuola non è un palcoscenico di voti e interrogazioni. È una vita che ricomincia, tra zaini trascinati, risate, paure, e quel tempo sospeso tra un banco e un corridoio, laddove in quei luoghi semplici passa il futuro del proprio essere. Carlo Acutis lo sapeva bene. Non era un ‘santino’ fuori dal mondo, né un prete vestito da alunno, ma un ragazzo che amava il web, gli amici, la ricerca della giusta umanità. Eppure ha capito che la vera sfida non è correre dietro al successo o all’apparenza, ma fare del bene, lasciando un segno che resta”. Lo scrive don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’associazione Meter, in un messaggio agli studenti che stanno rientrando in classe.

In questi giorni, “mentre milioni di ragazzi e ragazze tornano a scuola – prosegue il sacerdote – penso che la vera rivoluzione sia questa: non avere paura di essere se stessi. Carlo Acuti, anzi, il santo dei millenial direbbe ‘Tutti nascono originali, ma molti muoiono fotocopie’: bisogna continuare ad essere unici. Non per solitudine, ma per costruire legami veri, quelli che non si consumano nel tempo di una chat o di un chatbot”.

La scuola, sottolinea Di Noto, non è mai solo “programma da svolgere”: è occasione per “scoprire chi siamo, per sbagliare e rialzarsi, per trovare un senso più grande. Carlo lo ha fatto con un Vangelo in mano e il cuore acceso. Non è un modello irraggiungibile: è la dimostrazione che la santità e la bellezza passano anche da un’aula, da un compito in classe, da un’amicizia custodita, senza bullismo o vessazioni”. Di qui l’augurio che “ogni ragazzo e ragazza trovi nella scuola non un peso, ma un luogo dove imparare a vivere. E a vivere bene”.

martedì 2 settembre 2025

QUOTIDIANITA'

Ogni volta che cerco di allontanarti, ogni volta che scelgo di allontanarmi, tu resti – a distanza, con discrezione, ma resti. Resti su ogni ciglio, ti affacci su ogni burrone, mi tieni e sostieni con tanta più forza quanto più vicina all’abisso mi sento, quanto più vicina all’abisso mi trovo. Proprio quando scelgo di gettarti giù perché ho scelto di gettarmi giù, tu mi curi e mi riconduci a me stessa.

Perché non c’è nessuno che non abbia una ferita da offrirti, una libertà da riacquistare, un anno di grazia da scoprire per poterlo proclamare… E allora scelgo, mi affido: sei tu ad aprirmi gli occhi per riconoscere lo spirito che è su di me, allargarmi il cuore per accogliere la consacrazione a cantare il lieto annuncio nella semplicità della mia vita quotidiana.

Mi affido alla tua voce, alle tue mani, alla tua persona. Mi affido alla semplicità quotidiana, alla familiarità concreta. Nella tua persona quelle che erano parole si fanno carne – anche attraverso la mia voce, anche tramite le mie mani.


Verena M.


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